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La sindrome del cammello

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La sindrome del cammello

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La prima colazione.

La prima colazione del mattino è fondamentale, il nostro corpo viene da 7-8 ore di sonno e l’ultimo pasto risale a 10-12 ore prima, non mangiare vuol dire mettere in grave difficoltà l’organismo e lui per difendersi (sopravvivenza, ricordate?) mette in atto la tattica del cammello, che dopo essere morto di fame per migliaia di anni nel deserto a causa del digiuno, si è adattato, trasformando il cibo ingerito in grasso da depositare nella gobba in modo da attraversare il deserto e resistere a giorni e giorni di digiuno.

Se il vostro scopo è accumulare grasso come il cammello, saltate pure la colazione e ci riuscirete sicuramente! Scherzi a parte, se il nostro organismo inizia a ricevere quotidianamente dosi appropriate e regolari di cibo, per un periodo prolungato, inizia a capire che le scorte non servono perché la carestia è lontana e inizia a liberare il grasso in eccesso per utilizzarlo sotto forma di energia, per farci diventare più leggeri (criterio dell’economicità); più regolari saranno i rifornimenti tanto più sarà facilitata la mobilitazione dei depositi adiposi.

7 Consigli per la tua alimentazione corretta:

  • Non cuocete troppo gli alimenti, la cottura spesso li priva di valore nutritivo e rende meno digeribili alcuni alimenti, vedi il rosso d’uovo.
  • Non mangiate mai carne o pizze bruciacchiate, la parte nera è cancerogena;
  • bevete durante la giornata compreso i pasti almeno 2 litri di acqua al giorno.
  • Fate molta attenzione alle etichette dei cibi che acquistate, molti contengono conservanti, coloranti e additivi pericolosi per l’uomo anche se consentiti.
  • Evitate i dolcificanti contenenti aspartame, se volete dolcificare una bevanda usate miele, zucchero di canna e fruttosio.
  • Imparate a riconoscere gli alimenti a voi meno congeniali, quasi tutti ne abbiamo, potete capirlo tenendo in bocca il cibo e assaporandolo a fondo, solo quello che vi piace veramente vi farà bene.
  • Attenti ai segnali del vostro corpo, lui non sbaglia mai, vi guiderà e vi accompagnerà verso pasti sani e soddisfacenti perché calibrati sui vostri bisogni, ricordate l’esempio dell’acqua fresca dopo una corsa sotto il sole?

Bene, piano piano dovrete arrivare ad avere la stessa sensibilità con gli alimenti, capendo i bisogni del momento e fornendo all’organismo nè più nè meno quello di cui ha bisogno, anche nelle quantità.
Dopo aver bevuto alcuni bicchieri di acqua non avvertirete più la sete e nessuno pensa di forzarsi a bere ancora, come mai a tavola questo spesso non succede e continuiamo a mangiare anche quando non abbiamo più tanto appetito?
La risposta è nella nostra mente. Spesso usiamo il cibo come rifugio o come gratificazione invece che per bisogno. Gli squilibri alimentari portano una serie di problemi a catena, un esempio su tutti la mancanza prolungata di cibo, come quando saltiamo ripetutamente i pasti, il nostro cervello interpretata questa situazione come un segnale di carestia, che conseguentemente ci porta ad accumulare grasso per poter sopravvivere più a lungo.
Ricordatevi sempre che la sopravvivenza è la prima cosa che il nostro cervello cerca di garantire.

 


 

Il progetto Healthy Habits   Diventa Healthy Habits Coach   David Mariani

 


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