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Best Practice metodo Healthy Habits

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Best Practice metodo Healthy Habits

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Il Progetto Pilota.

Febbraio 2016 – maggio 2016.

Il progetto pilota effettuato su un gruppo di 10 persone aveva come finalita’ il miglioramento  dello  stile di vita dei partecipanti attraverso la modifica delle loro abitudini.

Il metodo U-Activ utilizzato nel test non prevede imposizione sulle persone, ma partecipazione e autodeterminazione da parte delle stesse grazie al self empowerment che il sistema punta ad ottenere.

Il percorso basato su alcuni principi molto innovativi punta tutto su consapevolezza e conoscenza  e parte dal principio che l’organismo umano possiede naturalmente al suo interno tutte le risposte per garantirsi longevità ed efficienza.

Dallo stile di vita  dipenderanno infatti le condizioni di salute e di efficienza  future ,le assenze per malattia e la maggiore o minore produttivita’, come dimostrato scientificamente .(world economic forum davos 2012, e linee guida O.M.S)

Il gruppo  messo a disposizione presentava una eta’ minima di anni 30 e una eta’ massima di anni 56.

La durata del progetto pilota era stabilita in 12 settimane.

Il progetto riguardava due gruppi, uno che riceveva formazione specifica di empowerment e uno che aderiva spontaneamente al gruppo di cammino promosso dall’azienda per favorire la pratica dell’attività fisica, ma senza fare formazione specifica (ad eccezione di pillole informative di 5 minuti ).

Alcuni dei partecipanti selezionati dall’azienda presentavano già problematiche legate al sedentarismo e al cattivo stile di vita (confermando i dati statistici dell’oms ).

In particolare 7 dei 10 partecipanti del gruppo empowerment, presentavano un leggero o significativo sovrappeso.

Due soggetti risultano affetti da patologie di tipo cardio vascolare e diversi manifestavano segni di fatica cronica.

La maggior parte dei partecipanti divideva la giornata alimentare in 2-3 pasti e la prima colazione era molto carente o assente in 6 dei 9 soggetti.

Due partecipanti al gruppo empowerment erano completamente sedentari. Quindi profili a rischio medio alto alto.

Si è provveduto a raccogliere attraverso questionari specifici le condizioni iniziali con verifica a meta’ percorso (terza sessione) e a fine percorso.(sesta sessione).

Lo staff.

Sono intervenuti alle sessioni formative di empowerment, oltre al sottoscritto il dr.Stefano Bianchi, medico specializzato in medicina dello sport e scienza dell’alimentazione, (nella sessione fisiologia e alimentazione), la dr.Yura Loscalzo, psicologa esperta di dipendenza da lavoro e autrice di pubblicazioni  nazionali e internazionali sull’argomento, ideatrice di un test innovativo per valutare le condizioni psicologiche della forza lavoro in corso di validazione, (nella sessione psicologia) e la dr.Patrizia Mangiavacchi laureata in scienze motorie (come assistente ).

Le sedute di camminata assistita sono state seguite invece dal dr.Griselli e dal dr.Sturlini laureati in scienze motorie e perfezionati in posturologia e fisioterapia con l’assistenza del dr.Petti e dr. Traversari.

Già a metà percorso, grazie alle sessioni di empowerment 7 persone su 10 totali dimostravano di aver scelto di cambiare abitudini sia a livello alimentare che fisiologico, aumentando la dose di movimento e iniziando a mettere in pratica una serie di atteggiamente orientati alla salute:

  • aumentato consumo di acqua,
  • verdura e frutta,
  • migliore distribuzione dei pasti,
  • maggiore equilibrio tra i nutrienti durante la giornata
  • aumento dell’attivita’ fisica.

Il gruppo di cammino senza le sessioni di empowerment ha mostrato risultati inferiori mancando il lavoro principale di automotivazione dovuta alle sessioni di empowerment, solo un soggetto (non casualmente il meno in salute) ha aderito quotidianamente al gruppo, senza mai saltare neppure una seduta e chiedendo approfondimenti continui (self empowerment), al fine di migliorare la propria salute. Altre tre persone su un totale di 9 hanno partecipato alla camminata guidata con regolarità.

Il gruppo dei 10 Responsabili ha seguito ad eccezione di una persona almeno 4 sessioni delle  6 previste, la maggior parte dei partecipanti 5 su 6.

I Risultati.

Al termine delle 12 settimane di empowerment i risultati sono stati i seguenti:

  • 3 delle 9 persone sono dimagrite in modo molto significativo (da 3 a 7 kg), considerando anche il lasso di tempo molto ristretto utilizzato.
  • 8 su 10 hanno modificato lo stile alimentare, portando spontaneamente il numero di pasti da 2-3 a 4-5 , stessa cosa dicesi per l’utilizzo di frutta e verdura (veri farmaci antitumorali, antiipertensivi, disintossicanti) passata mediamente da 1,8 porzioni di media a quasi 3,5 porzioni al giorno, raddoppiandone l’uso.(100%)
  • 6 su 9 hanno modificato la prima colazione rafforzandola e migliorandola con inserimenti di cibi salutari.

La quasi totalità ha  aumentato il consumo di acqua durante la giornata e gli spuntini a base di cibi salutari sono divenuti abitudine condivisa anche con i colleghi di ufficio, a dimostrazione di come la cultura del benessere tende una volta instaurata in alcuni ad autodiffondersi.

Di particolare rilevanza i casi in cui  due persone sedentarie e con consumo di frutta e verdura praticamente assenti, e quindi statisticamente esposti ad incappare in patologie di diversa origine, siano riusciti a modificare ad oggi in modo sostanziale il loro stile di vita passando da sedentari ad attivi e portando l’uso di frutta e verdura da 0  a tre porzioni al giorno.

Altro caso molto significativo dal punto di vista metodologico è quello di una partecipante che a metà percorso aveva ottenuto risultati veramente molto lusinghieri, migliorando sia nella attività fisica che in quella alimentare e psicologica (resa lavorativa).

A metà percorso aveva infatti dichiarato di sentirsi meglio, di non sentirsi più stanca durante la giornata, di lavorare con meno fatica e più efficacia grazie all’aumento di attività fisica aerobica e ad una migliore nutrizione in generale (numero di pasti etc..)

Poco dopo metà percorso, a causa di maggiori impegni lavorativi ha ridotto moltissimo la dose di attività fisica e con essa sono ricomparsi i sintomi di fatica cronica manifestati ad inizio percorso e quasi scomparsi a metà percorso.

Inoltre anche dal punto di vista psicologico la diminuita attività fisica ha fatto ricomparire alcuni segnali di stress negativo come la sensazione di non riuscire più ad avere il controllo completo delle cose e svolgere tutte le mansioni necessarie tra lavoro e famiglia.

Questo caso conferma l’importanza decisiva che la funzione fisiologica svolge sull’intero organismo compreso il cervello e le capacita’ da esso dipendenti,confermando quanto sostenuto della nostra metodologia e in sede 

scientifica dal neuroscienziato J.j.Rathey e da numerosi altre pubblicazioni internazionali.

Relativamente all’attivita’ fisica:

  • 7 persone su 9 hanno aumentato la dose di esercizi settimanali, da notare che i due che non hanno aumentato praticavano gia’4-5 volte.
  • 5 persone su 9 hanno dichiarato di sentirsi molto meglio, di non avere più momenti di appannamento al lavoro e di avere la capacità di svolgere le proprie mansioni lavorative in  meno tempo e con piu efficacia.
  • 3 persone hanno dichiarato di avere più energia durante la giornata
  • 2 di avere migliorato la qualità del sonno.

Il dato più importante risulta però essere l’orientamento spontaneo ad un nuovo stile di vita dimostrato da quasi tutti i partecipanti, e il forte tentativo di coinvolgimento attuato dagli stessi a favore di amici famigliari e colleghi di lavoro (7 su 9), a dimostrazione che, come da noi sostenuto,  le modalità di trasferimento alle persone sono la discriminante in grado di fare la differenza e di motivare le persone a tal punto da avere il desiderio di condividere il risultato con amici e parenti.

Complessivamente il livello di cambiamento delle abitudini ottenuto è elevatissimo con un miglioramento di quasi tutte le determinanti principali per la salute ( movimento, numero dei pasti, porzioni di frutta e verdura, consumo di acqua, approccio psicologico,) e non ultimo una riconosciuta migliorata efficienza lavorativa (nel 60%dei casi).

Sarebbe opportuno prevedere verifiche sul campione dopo tre mesi dalla fine del corso, dopo sei e dopo dodici mesi per verificare la tenuta nel tempo del cambiamento di abitudini.

Consigli per le aziende.

Al fine  di facilitarne la diffusione e il consolidamento delle buone abitudini  sarebbe auspicabile l’inserimento in azienda di distributori di frutta fresca e spremute di arance.

Stessa cosa dicasi per la parte fisica, l’allestimento di micro aree da dedicare a brevissime forme  di allenamento sarebbero auspicabili, in modo da stimolare la pratica dell’attività fisica minima per garantirsi salute nelle ore fuori dal contesto domestico.

Dati estrapolati da un lavoro su una grande azienda del mondo della moda effettuata nel 2016.


Il progetto Healthy Habits   Diventa Healthy Habits Coach   David Mariani

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